Tanti anni fa, quando i vostri genitori erano piccoli, in questa zona, chiamata oggi 167, c’era un grande ficheto, che offriva i suoi frutti a chi ne volesse e dove i bambini di Marittima venivano a giocare. Era bello vederli dondolare dai nostri rami, giocare con le spade di cartone, nascondersi tra le nostre fronde o costruire case tra le diramazioni dei nostri tronchi.
Un giorno, però, sono arrivate le ruspe e i miei fratelli sono stati sradicati. I bimbi protestavano ed erano disperati perché nessuno li ascoltava e gli alberi scomparivano. Decisero, allora, di scrivere una lettera al sindaco per salvare il ficheto. Il sindaco lasciò vivere solo me, che sono diventato un fico secolare così importante da essere festeggiato il 16 agosto di ogni anno, grazie all’idea di Aldo Arseni che mi gemellò con la città di Grenoble, dove la mia festa esisteva da tempo. Il mio primo festeggiamento è stato il 16 agosto del 2000. Il mio logo, disegnato da Vitale Boccadamo, è conosciuto in tutta Italia. Insomma, sono un fico famoso! – e il poeta Vitale Boccadamo ha scritto una poesia apposta per me.
Col tempo, la festa si è ingrandita e da rionale, con dolci sfornati dalle cucine private delle donne del rione, panini con le “servole” e musiche accompagnate da un semplice tamburello, è diventata festa di paese e si è spostata in centro e in villa Don Bosco, perché qui non c’era abbastanza spazio.
Questa la storia, il resto lo conoscete…”
Il Fico più fico di Marittima
da una testimonianza di Gabriella Marchetti
Antonio Ferrarese Classe 5^C