Evviva la Festa della Fica, l’appuntamento tanto atteso ogni anno il 16 agosto. Il cuore del paese è
invaso da un fiume in piena di visitatori, residenti, turisti e villeggianti provenienti da ogni parte
d’Italia e non solo. Un’euforia collettiva per partecipare alla kermesse più dolce che ci sia, regina
dell’estate salentina. Il fico (fica in dialetto locale) è certamente uno dei prodotti più amati e
simbolo della gastronomia pugliese.
Una giornata da primo piano con un programma assai articolato non solo nel campo delle
degustazioni di prodotti locali, ma trionfano le numerose varietà di fichi abbinate alla cultura con
mostre pomologiche, convegni, concorsi di poesia in vernacolo, mostre d’artigianato locale,
performance musicali… Insomma l’occasione per conoscere e celebrare un’eccellenza della tavola
salentina tra musica doc, buon vino e fiumi di birra. Un connubio che si bacia perfettamente con
cultura e folclore.
Un evento di punta nato agli albori del 2000, con la festa poi interrotta per qualche anno, ma che
negli ultimi tempi, grazie al Presidente pro tempore e al suo staff tecnico-organizzativo sta
decollando sempre di più per una reale e autentica forza sinergica coinvolgendo varie componenti.
Il tutto dà un richiamo popolare d’eccellenza rivolto a promuovere e rafforzare la socializzazione. È
proprio vero, il dolce frutto “colpisce” sempre in tutte le età. Il fico: bello, variegato, dalle mille
forme e colori, goliardico, perché viene utilizzato il nome dialettale, lascia aperta un’interpretazione
con un pizzico di malizia. Ecco la ragione di tanto gusto. Una Festa un po’ piccante, ma che tutto
sommato è dolcissima. Non dobbiamo dimenticare che è una pianta storica presente già nel paradiso
terrestre.
Ora ognuno di noi deve essere proteso a conservare la biodiversità agraria legata alla cultura
contadina, tenendo fermo il legame con le proprie origini. Siamo orgogliosi di questa originale
Festa per ciò che è stata e per quello che sarà in futuro. Un successo dato dall’impegno di tutti nella
valorizzazione delle eccellenze della nostra terra. È nostro compito non disperdere questo
patrimonio, rendendo la manifestazione sempre più rigogliosa e robusta.
Articolo di Giovanni Nuzzo